Luigi Gabriele è il presidente di Consumerismo e di Visionari, associazioni no profit che si occupano di divulgazione scientifica e tecnologica.
Fa parte dei gruppi di lavoro sulla tutela del consumatore del Ministero dello Sviluppo Economico ed è ospite abituale a diverse trasmissioni televisive e radiofoniche.
Si batte da sempre in difesa della tutela dei consumatori e con le sue competenze ha risolto casistiche di ogni genere in favore degli utenti di tutti i settori di consumo.
Dottor Gabriele, che libro ha tra le mani e come mai lo ha portato con sé oggi?
Questo? “Un Green New Deal Globale” di Jeremy Rifkin, pensi che certe volte mia moglie mi dice “ma è mai possibile che te lo porti ovunque?”. Lo lascio da tutte le parti, certe volte ho inciampato anche perché lo avevo messo nei posti più assurdi…
Devo dire che è diventato la mia Bibbia, ecco perché l’ho portato anche a questo incontro con voi di Avangard. Si tratta di uno di quei libri che hai bisogno di leggere e rileggere, controllare e ricontrollare in continuazione quando pensi che ti sia sfuggito un passaggio. Ma soprattutto ti fa venire ispirazioni.
Che genere di ispirazioni?
Le ispirazioni che ti spingono a capire, ad esempio, che cosa significa il tema del nostro incontro di oggi: “la casa del produttore intelligente”.
Qual è il modo di essere intelligenti? E poi, cosa si intende per casa? Si tratta dell’immobile in cui viviamo o ci riferiamo a un concetto di casa in senso lato, quindi esteso all’unica casa di cui disponiamo realmente?
Immagino che lei si riferisca al nostro Pianeta. Secondo lei che collegamenti ci sono tra progresso tecnologico e emissioni di CO2? Le due cose sono inscindibili?
Come scrive Rifkin nei suoi testi, io credo che in questo esatto momento della storia dell’umanità, l’uomo si trovi all’apice della propria evoluzione tecnologica.
Negli ultimi 15 anni della sua esistenza il genere umano ha generato un progresso mai visto prima. Abbiamo raggiunto l’ipervelocità, siamo in grado di raggiungere 1200 chilometri orari. La robotica si è ibridata con il cervello umano. Elon Musk è riuscito ad innestare nel cervello un microchip in modo tale che l’uomo possa finalmente diventare l’uomo bionico che ci hanno fatto immaginare qualche anno fa.
Con l’editing genetico possiamo editare il genoma umano: pensate a Sofia, un’umanoide che ha raggiunto un livello di consapevolezza tale che un governo ha dovuto rilasciarle la cittadinanza.
Tutto questo, però, necessita di un’incredibile quantità di energia. Troppa.
I costi ambientali del nostro progresso sono così alti?
Non lo si può negare. Sappiamo tutti che si avvicina una catastrofe di portata planetaria.
È come un asteroide, ma che ti colpisce dall’interno. E quell’asteroide siamo noi.
Dal 1790 sono state prodotte 240 miliardi di tonnellate di CO2. Dobbiamo rimanere al di sotto dell’aumento di un grado e mezzo della temperatura. In caso contrario alcuni ecosistemi non saranno più sostenibili.
Quanto tempo abbiamo per invertire questo trend?
Possiamo emettere ancora soltanto 300 miliardi di tonnellate di CO2. Se le dividiamo per ciò che il nostro pianeta è in grado di sostenere (40 miliardi l’anno), allora ci rimangono solo 7 anni prima di danneggiare irrimediabilmente il nostro ecosistema.
E cosa possiamo fare per bloccare questo processo? Esistono soluzioni realmente perseguibili?
Dobbiamo scegliere un modello economico sostenibile in ogni senso, sia dal punto di vista finanziario che ambientale.
Negli ultimi tempi oltre ad ispirarmi a Rifkin ho dedicato molta attenzione a un altro grande scienziato e pensatore della nostra contemporaneità che si chiama Yohan Rockstrom. Rockstrom ha individuato le 9 motivazioni per le quali il nostro pianeta ha superato tutti i livelli massimi della sua sostenibilità. E ci ha fornito delle soluzioni da adottare in 5 passaggi.
Ma dobbiamo adottarle tutti insieme, non esclusivamente i vari governi internazionali. Solo così i risultati possono essere all’altezza del problema che stiamo affrontando.
Quindi si tratta anche di comportamenti individuali?
Assolutamente. Innanzitutto potremmo adottare modelli sostenibili per le nostre abitazioni, riducendo così il nostro consumo energetico. Pensiamo alle implicazioni economiche. Bastano 2 gradi in meno per arrivare addirittura ad un vantaggio del 20% sulla bolletta elettrica e del gas.
In seconda battuta dobbiamo cambiare le abitudini alimentari.
Crediamo che la maggior parte delle emissioni sia dovuta ai trasporti, ma in realtà la metà dell’inquinamento atmosferico è legata al settore dell’alimentazione. Che ovviamente poi incide anche sui trasporti, se consideriamo lo sforzo logistico globale.
Per questo motivo, l’assunzione di proteine di origine vegetale deve assolutamente superare di gran lunga quella di origine animale. E le soluzioni pratiche esistono già.
Può farci un esempio?
Certamente. Esiste una start up a Barcellona che sta sviluppando con la stampa 3d la produzione di carne stampata digitalmente. Sono proteine artificiali che hanno un effetto molto più vantaggioso di quelle di natura animale e con una resa estremamente maggiore sia dal punto di vista della sostenibilità ambientale che di quella biologica.
Quarto punto: dobbiamo ripopolare la flora ambientale. Dobbiamo piantare più alberi possibile. Ognuno nel suo piccolo può aiutare: basta pensare alle festività. Il mio è un invito a regalare alberi a qualcuno anziché fare i soliti regali.
Ma la cosa più importante da fare adesso è certamente cercare di eliminare i rifiuti, anche adottando una gestione circolare.
Dunque è in questo modo che riusciremo a costruire la casa del consumatore intelligente?
Esattamente. Noi di Consumerismo, in qualità di associazioni di consumatori, ci siamo impegnati a dare il nostro contributo per raggiungere uno degli obiettivi per la sostenibilità: quello di adottare modelli di produzione e di consumo più responsabili.
Lo facciamo in tante forme, tra le quali la divulgazione, ecco perché quando vado in giro invito tutti ad aderire al nostro Manifesto della sostenibilità consumeristica.
Si tratta di mettere insieme, ognuno con la propria competenza, delle indicazioni e delle direttive da offrire ai cittadini, a tutti. Reputo fondamentale fornire innanzitutto soluzioni comportamentali ai singoli individui.
Il compito di chi tutela i consumatori è fare divulgazione scientifica e tecnologica per semplificare e ottimizzare il sistema di produzione e consumo mondiale. Ognuno di noi può dare un grande contributo per fare in modo che il nostro pianeta diventi una casa perfetta.
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