Luigi Vantangoli, direttore generale di Atena e ricercatore specializzato in fisica quantistica, ci parla dell’inquinamento elettromagnetico e dell’importanza di elementi naturali come l’acqua.
Dottor Vantangoli, nell’ambito della tavola rotonda “La casa del consumatore intelligente” stiamo affrontando il tema della transizione verso un modello sostenibile, all’interno del quale dobbiamo tenere presenti vari elementi, come le risorse naturali, prima fra tutte l’acqua. Sappiamo che in ATENA vi state occupando molto di questo elemento che è forse il più sottovalutato.
Vorremmo quindi chiederle: quale ruolo gioca l’acqua nell’inquinamento elettromagnetico, e come possiamo servirci delle conoscenze acquisita negli ultimi anni in questo campo all’interno del processo di transizione ecologica?
L’acqua è un elemento incredibile, e questo posso dirlo perché per trent’anni mi sono occupato di un suo aspetto poco noto. Nell’ambito del restauro infatti, ci sono le cosiddette patologie murarie causate proprio dall’acqua che invade i muri.
Per venire alla sua domanda, sappiamo che i processi del metabolismo degli esseri viventi non sono di origine chimica ma fisica, e vengono imposti dal linguaggio elettromagnetico delle molecole d’acqua nel nostro corpo.
Queste aggregazioni di acqua avvengono in zone chiamate domini di coerenza e nella loro aggregazione cominciano ad oscillare. Si aggregano in gruppi di diversa dimensione e, a seconda della loro grandezza, questa oscillazione è più rapida o più lenta. Mettendo insieme le zone di aggregazione si crea un linguaggio.
Un linguaggio vero e proprio?
Esatto, pensate che c’è uno scienziato napoletano che ha raccolto la musica dell’acqua; questo linguaggio quindi è musicale ed armonico, di una perfezione assoluta.
E quali sono gli effetti di questo linguaggio sugli esseri viventi del mondo, su di noi?
Gli effetti sono affascinanti: le molecole d’acqua si aggregano creando un campo elettromagnetico definito “auto intrappolato”. Questo campo ci protegge da ogni tipo di inquinamento elettromagnetico, che sappiamo benissimo avere un potenziale dannoso sull’ambiente circostante. Ebbene, l’inquinamento produce danni ai tessuti molli, ma non all’acqua del nostro corpo.
Ci sono degli scienziati che stanno lavorando per dimostrare che le molecole d’acqua, su questo Pianeta, sono in grado di comunicare tra loro sulla stessa lunghezza d’onda che poi, caso strano, corrisponderebbe alla lunghezza dell’Equatore.
Come si può utilizzare questa conoscenza del comportamento dell’acqua in applicazioni pratiche?
Noi di ATENA abbiamo fatto varie esperienze in diversi settori, dall’agricoltura alla biologie, e inizialmente ci occupavamo di programmazione per i nostri dispositivi.
In agricoltura ci venne spontaneo pensare che “informando l’acqua”, attraverso un sistema vibrazionale, saremmo riusciti a mettere all’interno le informazioni dei pesticidi per agevolare la lotta contro i parassiti.
Col passare del tempo ci siamo accorti che le piante hanno già al loro interno un grande sistema di autodifesa. Le piante sono esseri di una potenza energetica enorme, ma quando vengono allevate in modo intensivo perdono un po’ di queste “memorie” e non riescono più ad impiegarle, nonostante le abbiano ancora incise all’interno del DNA.
E a quel punto cosa avete fatto?
Cinque anni fa abbiamo fatto un cambio di paradigma nello sviluppo dei nostri progetti: abbiamo smesso di mettere le frequenze nei pesticidi.
Da quel momento in poi abbiamo riscontrato un’ aggressione inferiore in media del 50% da parte di tutti i tipi di parassiti, dagli insetti ai funghi. Questo perché la pianta viene stimolata ad utilizzare ed aumentare le proprie difese.
Non è l’unico cambio di paradigma che vede, vero?
Direi di no. Una volta mettevamo al centro l’uomo in tutti i progetti, oggi invece al centro dei progetti c’è il denaro. Si è passati dal denaro fisico a quello elettronico ed infine quello virtuale. Anche qui c’è stato un cambio di paradigma.
Infatti al tempo di Tesla e Marconi si parlava di progresso inteso come avanzamento dell’umanità cioè quanto porta all’uomo a progredire socialmente. Oggi invece si parla di sviluppo, inteso come sviluppo economico.
C’è una citazione di Pasolini ancora attuale che amo particolarmente: “oggi si tende a connettere tutto ciò che è connettibile”.
E’ la via che ha preso lo sviluppo tecnologico: oggi tutto è smart. La maggior parte di queste connessioni avviene per onde radio, satelliti, bluetooth, ecc ecc.
Come influenzano il nostro Pianeta questa mole di connessioni?
In diversi modi. Abbiamo scoperto un campo elettromagnetico naturale che interagisce direttamente con tutta la biologia del Pianeta: si tratta dei “moti stazionari di Schumann”, circa 7.83 hertz (hertz è l’unità di misura internazionale che corrisponde al numero di ripetizioni in un intervallo di tempo di 1 secondo)
E’ un campo elettromagnetico che è rimasto intrappolato quando si è formato il Pianeta Terra e rimbalza in continuazione, con un’onda molto lunga, tra la superficie terrestre e la ionosfera, in una cavità di 70-80 km di spessore.
Quindi stiamo parlando di 10 “giga hertz”, ovvero un miliardo di hertz. Allora, fino al 1940 il fondo naturale era 0,002 volt per metro.
Qual è la soglia massima da rispettare?
Attualmente il tetto legale in Italia (e siamo il paese più basso a livello europeo) è di 6 volt per metro. In realtà spesso lo superiamo abbondantemente.
Con il 5G può crescere fino a 61 volt per metro (V/m). Negli Stati Uniti in questo momento le norme parlano di 61 V/m. Ci sarà un incremento esponenziale quando si passerà al famoso internet delle cose e avremo gran parte degli oggetti connessi l’uno con l’altro con la rete internet. Questo è inevitabile, non possiamo combatterlo: è la direzione in cui si è incamminato l’uomo.
Che ruolo hanno i satelliti in tutto questo?
Nei prossimi 2-3 anni si prevedono 20 mila nuovi satelliti con 200 miliardi di oggetti trasmittenti, quelli connessi alla domotica.
Stanno lanciando 40 mila satelliti a bassa quota (100-150 km), 200.000 satelliti starlink per potere avere internet ovunque (il progetto di Elon Musk) e 20.000 satelliti per coprire con il 5G completamente tutto il Pianeta.
Questo per coprire ottimamente non solo le zone ad alta intensità abitativa ma l’Amazzonia e il Sahara.
Che effetto hanno i campi elettromagnetici sulle cellule, e qual è il suo parere al riguardo?
I campi elettromagnetici inducono una reazione nelle cellule. Ricollegandoci al linguaggio elettromagnetico dell’acqua, aggiungo che, come sappiamo, i neuroni trasmettono segnali attraverso correnti elettriche, quindi il nostro corpo è pervaso naturalmente di correnti elettriche e piccoli campi elettromagnetici. Gli effetti sono ad esempio un aumentato rischio di glioma, un tumore maligno al cervello. Di conseguenza, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato i campi elettromagnetici come possibili cancerogeni per l’uomo.
La maggior parte degli studi che rassicurano che tutti questi campi elettromagnetici non ci creano danni, tra cui il progetto “Interphone” – fondamento delle posizioni dell’OMS – hanno ricevuto finanziamenti da soggetti privati tra cui gli stessi gestori della telefonia mobile.
Si è scoperto che ben 6 su 7 componenti della commissione dell’OMS ricevono regolarmente finanziamenti per le loro ricerche da gestori di telefonia mobile.
D’altronde da parte del governo italiano non mi risulta sia stato richiesto alcun parere sanitario sul 5G. L’INAIL dichiara di non aver alcuna documentazione sulla sua sicurezza del 5G; il Ministero della salute dichiara di non essere stato interpellato sulla sicurezza del 5G dal Ministero dello sviluppo economico, il quale risponde che la documentazione richiesta non è di sua competenza; l’Istituto Superiore della Sanità dichiara di non aver prodotto alcun parere sanitario ma di aver risposto all’AGCOM che richiede la semplificazione delle procedure di installazione.
Quello che voglio dire è che il progresso è certamente importante ma andrebbe tenuto sotto controllo.
L’obiettivo del mio discorso è comunicare che bisogna avere consapevolezza di quello che stiamo facendo, per proteggerci da tutte queste variabili, cosa che possiamo fare lavorando sull’omeostasi del corpo: rafforzando il nostro sistema di auto protezione naturale.
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